Selvaggia Lucarelli: ecco i motivi dell’indagine sulla collaborazione tra Chiara Ferragni e Pandoro Balocco

Selvaggia Lucarelli ha recentemente rivelato cosa l’ha spinta a indagare sulla collaborazione “benefica” tra il Pandoro Balocco e Chiara Ferragni. Durante la sua partecipazione al programma ‘La Vita in Diretta’, la giornalista 49enne ha spiegato le ragioni dietro il suo approfondimento su questo caso, che ha avuto un impatto significativo sulla reputazione dell’influencer italiana.

Lucarelli ha raccontato che una semplice telefonata all’azienda coinvolta le ha confermato che c’era qualcosa di sospetto. Quando il conduttore Alberto Matano le ha chiesto cosa avesse sollevato i suoi dubbi iniziali, Lucarelli ha risposto: “Mi aveva insospettito una cosa molto semplice: il fatto che nei post dove Chiara promuoveva questo pandoro c’era sempre l’hashtag #adv, che indica chiaramente una pubblicità, un contenuto pagato”.

Selvaggia Lucarelli: ecco i motivi dell’indagine sulla collaborazione tra Chiara Ferragni e Pandoro Balocco

La giornalista ha spiegato che l’uso dell’hashtag #adv, che sta per ‘advertisement’ (pubblicità), implicava che la collaborazione fosse di natura commerciale piuttosto che puramente benefica, come inizialmente presentato. Questo dettaglio, apparentemente insignificante, ha spinto Lucarelli a indagare più a fondo, portando alla luce ulteriori incongruenze e contribuendo al declino professionale di Chiara Ferragni.

L’intervento di Lucarelli ha sollevato un dibattito su come vengono presentate le collaborazioni benefiche sui social media e l’importanza della trasparenza. La sua inchiesta ha messo in discussione le pratiche di marketing delle celebrità e ha evidenziato la necessità di chiarezza quando si tratta di promuovere cause benefiche attraverso piattaforme commerciali.

Selvaggia Lucarelli ha recentemente messo in discussione la natura della collaborazione tra Pandoro Balocco e Chiara Ferragni, sollevando dubbi sulla reale intenzione dell’iniziativa, ossia se fosse un’operazione benefica o principalmente commerciale. Durante un’intervista a ‘La Vita in Diretta’, Lucarelli ha spiegato di essersi insospettita a causa dell’uso dell’hashtag #adv nei post promozionali di Ferragni, segnalando un contenuto pagato. La giornalista ha ulteriormente indagato, non comprendendo se la donazione fosse proporzionale alle vendite dei pandori. 

Decisa a fare chiarezza, ha telefonato all’azienda Balocco, scoprendo rapidamente che il numero di pandori venduti non influenzava l’importo finale della donazione. Questa informazione l’ha portata a capire che l’operazione era principalmente a vantaggio commerciale di Ferragni, con la beneficenza già effettuata da Balocco mesi prima. Lucarelli ha rivelato che la situazione era presentata in modo da suggerire che le vendite avrebbero generato ulteriori donazioni, mentre in realtà i profitti andavano a Ferragni. 

Successivamente, Lucarelli ha scritto un libro sulla vicenda, intitolato “Il Vaso di Pandoro,” che ha già venduto oltre 30.000 copie. Il libro esamina in dettaglio le dinamiche della collaborazione tra Ferragni e Balocco, evidenziando le implicazioni etiche delle campagne di marketing che utilizzano la beneficenza per ottenere guadagni commerciali. La rivelazione di Lucarelli ha stimolato un ampio dibattito sulla trasparenza e l’onestà nelle collaborazioni benefiche promosse dalle celebrità, sottolineando l’importanza di una comunicazione chiara e sincera nei progetti legati a cause sociali.

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