

La mora di rovo, Rubus ulmifolius (ROSACEE), viene coltivata in diverse varietà. La mora coltivata deriva dalla mora spontanea ( Rubus idaeus). Le specie di rovo coltivate, sono generalmente prive di spine (inermi), con piante rustiche e vigorose che producono abbondanti frutti.
Tra le varietà di more più note ricordiamo:
- la Black Satin, consigliata per la sua rusticità, l’elevata produttività e la precocità di maturazione. Dà frutti di pezzatura medio-grossa, di colore nero lucente con sfumature violacee e polpa acidula; la maturazione e la raccolta iniziano verso la metà del mese di luglio e si protraggono fino a tutto il mese di settembre.
- la Thornfree, molto produttiva e vigorosa soprattutto se coltivata nelle zone calde e ben esposte; manifesta una buona resistenza alla siccità e si presta a essere coltivata anche nelle zone meno fertili, non irrigue e nei terreni pesanti e argillosi. Produce frutti grossi, allungati, di color nero intenso; la polpa è succosa, di gusto acidulo, abbastanza gradevole quando i frutti sono molto maturi. È sensibile alla ruggine e alla muffa grigia. La maturazione e la raccolta iniziano nella prima decade di agosto e si protraggono fino alle prime gelate autunnali.
- la Dirksen, rustica, di medio sviluppo, molto produttiva, con frutti di pezzatura media, allungati, di sapore acidulo e gradevole;
- la Lucrezia, con tralci spinosi, vigorosa e produttiva, a maturazione precoce. Presenta frutti grossi, molto profumati, sodi e allungati.
Il clima e il terreno ideale per la coltivazione delle more
Le varietà coltivate, vegetano e producono bene nei terreni collinari o pedemontani purché ben esposti e molto soleggiati, che permettano una completa maturazione dei frutti anche nelle stagioni meno favorevoli.
I terreni fertili ma leggeri e ricchi di scheletro, neutri o leggermente acidi (pH 6-7), permettono di produrre con risultati soddisfacenti.
Concimazione e cure colturali della mora
Le piante si mettono a dimora d’autunno, in buche profonde e larghe 50 cm, in filari (distanza tra le file 3 m; sulla fila 2-3 m), con una modesta concimazione a base di letame maturo (4-5 q/1000 mq) e cenere di legna.
La potatura del roveto inizia dal secondo anno di impianto quando si stendono e cimano i rami giovani che si sono sviluppati dalla pianta madre, fissando i rami che fruttificheranno ai robusti fili metallici della palizzata.
Al termine di ogni annata produttiva (dal secondo anno in poi), verranno eliminati alla base i tralci che hanno fruttificato e spuntati i nuovi rami dell’anno che fruttificheranno nella primavera successiva, dopo aver spuntato anche le femminelle (rami secondari).
Come impiantare la mora
La mora si moltiplica con grande facilità sia con la talea di ramo dell’anno, sia con la propaggine e con la margotta di punta che si preparano interrando rami dell’anno durante il periodo estivo: il rovo è noto per la sua facilità di radicazione.
Come raccogliere le more
Il frutto deve essere raccolto perfettamente maturo. La presenza di gruppi di drupeole (piccole drupe) ancora acerbe in corrispondenza del punto di attacco del picciolo, oltre a provocare una certa resistenza al distacco, determina un sapore asprigno e poco invitante per il consumo fresco.
Quando il frutto è completamente maturo, tende a cadere spontaneamente; pertanto le passate di raccolta devono mantenere una cadenza di 4-6 giorni a seconda delle varietà.
Data la scarsa consistenza che caratterizza la polpa, il frutto va raccolto maneggiandolo delicatamente per evitare lesioni e schiacciamenti. Inoltre i frutti vanno colti solo quando sono perfettamente asciutti; cogliere frutti bagnati da rugiada o da pioggia significa favorire quasi sempre, nell’interno delle confezioni, un rapido sviluppo della muffa grigia; durante la fase di raccolta vanno eseguite soltanto le irrigazioni che sono strettamente necessarie.
Le avversità delle pianta di more
Il rovo è, fondamentalmente, una pianta rustica e vigorosa che si difende bene da molti attacchi parassitari. È, invece, molto sensibile alla muffa grigia dei frutti ( Botrytis cinerea) che può compromettere la raccolta, in modo definitivo, in caso di autunni piovosi.
Evitando eccessi nella concimazione azotata, mantenendo arieggiata la vegetazione e curato il terreno (falciatura dell’erba, lavorazioni), si potranno scongiurare, quasi sicuramente, forti attacchi.
Come coltivare le more sul balcone
Scelta della varietà – A differenza di quelli che crescono selvatici un po’ in tutta Italia, i rovi coltivati sono privi di spine. La varietà Thornfree ha grossi frutti neri e profumati, mentre Tayberry Medana è un curioso e vecchio ibrido nato dall’incrocio fra un rovo e un lampone, e produce frutti rossi e allungati.
Clima – Si adattano bene sia ai climi miti che a quelli freddi, ma perché i frutti maturino bene sono necessari un calore estivo piuttosto elevato e una discreta umidità atmosferica. Vogliono una posizione in pieno sole al Nord e leggermente ombreggiata al Sud.
Impianto o semina – Le piante si acquistano nei vivai in autunno e si mettono a dimora in vasi larghi una trentina di centimetri.
Coltivazione – Prediligono un terriccio di medio impasto, ricco di sostanza organica e ben drenato. Sono piuttosto invadenti e producono tralci lunghi fino a 2 m che, per guadagnare spazio, si possono legare a tralicci o a fili metallici fissati su una parete, coltivandoli così in verticale.
Come i lamponi e i mirtilli, i rovi producono frutti sui rami emessi nell’anno precedente: dopo la raccolta si possono quindi tagliare quelli che hanno fruttificato.
Raccolta e impiego – I frutti, che maturano un po’ alla volta a cominciare dalla metà di luglio e fino a settembre, vanno raccolti staccandoli delicatamente dal ramo.
Si possono mangiare crudi, conditi con zucchero e limone, oppure possono essere usati per preparare marmellate o gelatine.
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