

La carota, Daucus carota (OMBRELLIFERE), si coltiva in diverse varietà. Tra le cultivar più famose ricordiamo la Nantese medio-precoce, la Nandor Ibrido F1, la Nantese Clodia medio-precoce, la Chantenay medio-precoce, la Tonda di Parigi molto precoce, la S. Valery tardiva, la Flakkee, precoce. A seconda della lunghezza della radice, distinguiamo carote corte, mezze lunghe e lunghe.
Il clima ideale per coltivare la carota
Anche se dotata di grande capacità di adattamento, la carota predilige i climi temperati e umidi, essendo particolarmente sensibile agli sbalzi termici che possono provocare l’interruzione dell’accrescimento della radice. La temperatura influenza anche il colore e la forma delle radici, nonché la lunghezza del periodo vegetativo. Temperature troppo basse (10-15°C) o troppo elevate (21-27°C) determinano una colorazione piuttosto debole del fittone. Quando la temperatura media oscilla intorno a 15-21°C le radici assumono la caratteristica pigmentazione rosso vivo-arancione. Lo stesso intervallo di temperature risulta ottimale per il regolare accrescimento dei fittoni che invece risultano, a parità di condizioni del terreno, troppo allungate e sottili con temperature inferiori ai 15°C. Infine, quando a temperature eccessivamente basse (5-10°C) durante il primo stadio di sviluppo seguono temperature più elevate, le carote sono stimolate a montare a seme nell’anno, senza produrre così radici commestibili.
Il terreno ideale per coltivare la carota
Il notevole sviluppo del fittone, che in alcune varietà supera i 30cm di lunghezza e i 5 di diametro, richiede terreni profondi, leggeri, sciolti che non offrano ostacoli. La carota predilige inoltre i terreni leggermente calcarei, molto fertili, dotati di regolare e costante umidità. Il pH ottimale oscilla tra 6,5-7,5, valori più bassi, inferiori a pH 5,5, ostacolano la crescita e favoriscono gli attacchi della mosca della carota.
La carota richiede una lavorazione profonda, necessaria per ottenere un terreno soffice e ben sminuzzato che faciliti lo sviluppo delle poderose radici. Di estrema importanza, per una buona riuscita della coltura, è la perfetta pulizia del terreno, necessaria per ostacolare lo sviluppo delle infestanti.
Come seminare le carote
E’ possibile seminare le carote sia a spaglio che a file. La carota viene seminata a file distanti tra loro 20 cm, con una distanza sulla fila di 5-6 cm. La carota si presta a essere seminata durante tutto l’anno, a seconda delle zone, in pieno campo, in tunnel, in cassoni o in serra.
Coltura forzata – La semina viene effettuata in cassoni su letto caldo o in serra, da ottobre a febbraio. Il primo raccolto si ottiene dopo circa tre mesi. Le varietà che, per caratteristiche varie, sono le più adatte, sono le precoci a radici corte e le mezze-lunghe.
Coltura semiforzata – Nelle zone meridionali, caratterizzate da un clima non troppo rigido, si possono iniziare le prime semine all’aperto, in luoghi ben esposti a mezzogiorno e riparati dai venti freddi, già verso febbraio-marzo, per avere una produzione primaverile. Anche in questo caso le varietà più adatte sono le corte e le mezze-lunghe a rapido accrescimento.
Coltura primaverile-estiva – La semina viene effettuata dalla fine di agosto a tutto ottobre. Si utilizzano varietà mezze-lunghe e lunghe. Prima dell’arrivo del freddo è però necessario proteggere le carote per evitare lo sradicamento delle giovani piantine per effetto dell’azione combinata gelo/disgelo.
Concimazione e cure colturali
La carota esige una ricca concimazione organica (300-400 q di letame/ha), ma è molto sensibile all’eccesso di azoto e alla sostanza organica non sufficientemente decomposta, la cui presenza favorisce lo sviluppo di numerose crittogame, attira la mosca e può determinare macchie, marcescenze, biforcazioni e rugosità sulle radici. Per queste ragioni è necessario che la somministrazione di concime venga praticata sulla coltura precedente. Nei casi di estremo bisogno è comunque possibile effettuare un apporto moderato di compost (100-300 q/ha) ben maturo. Per le carote invernali (semina tra giugno e luglio) si può utilizzare un concime verde (per esempio miscuglio di veccia-avena) seminato in primavera o meglio ancora nell’autunno precedente.
Vanno inoltre effettuate zappettature per eliminare le infestanti, che entrano in competizione a causa della crescita lenta della carota. D’estate è utile somministrare qualche irrigazione con clima asciutto, evitando acqua più fredda del terreno per non causare fessurazione del fittone.
Avvicendamenti e associazioni della pianta di carota
Per evitare il propagarsi delle fitopatie tipiche della carota la coltura non va ripetuta prima di tre anni sullo stesso appezzamento. Ottimi precursori della carota sono l’aglio, i porri e i cereali. In generale è opportuno fare seguire la carota a una coltura sarchiata od ortiva che sia stata riccamente concimata con letame o comunque con un concime organico.
Le consociazioni da cui la carota trae maggiore beneficio sono le seguenti: aglio, aneto, cipolla, bietola da coste, cicoria, lattuga, pisello, porro, pomodoro, rafano, ravanello, rosmarino, salvia, scalogno.
Com’è noto, l’associazione carote precoci-porri allontana sia il verme del porro che la mosca della carota. Anche l’associazione con aglio, cipolla e scalogno diminuisce l’attacco della mosca della carota; mentre la consociazione con ravanello assicura l’ombra alle piantine di carota appena germinate.
Il diradamento delle carote
Il primo diradamento delle carote deve essere effettuato non appena le giovani piantine hanno emesso la terza o quarta fogliolina e hanno raggiunto circa 2-3 cm di altezza, in modo tale da evitare la malformazione delle radici. Il terreno deve essere umido, per non danneggiare le carote che rimangono in sito.
Come raccogliere le carote
La raccolta manuale delle carote richiede una giornata di lavoro ogni 10 q di prodotto, mentre con la meccanizzazione dell’operazione sono sufficienti 12-13 ore/ha. Le radici vanno estirpate prima che abbiano raggiunto il completo sviluppo, così da avere carote dolci.
Le avversità della pianta di carota
Il parassita più temibile è la mosca della carota che da aprile in poi depone le uova nel terreno all’altezza del colletto delle piante. Le larve si sviluppano nel fittone scavando gallerie irregolari; sulle foglie delle piante colpite appare una colorazone giallo-rossastra, cui spesso segue l’avvizzimento; i fittoni danneggiati assumono colore e sapore sgradevoli e marciscono facilmente.
Tra le malattie crittogamiche segnaliamo la sclerotinia e l’alternariosi. Con la prima i tessuti si ricoprono di macchie feltrose biancastre poi sostituite da punti neri. Macchie nere compaiono sulle foglie anche in caso di alternariosi, mentre sulle radici si hanno marciumi in prossimità del colletto e tacche di colore scuro.
Coltivare la carota sul balcone
Scelta della varietà – In origine le carote erano rosso-violacee, poco dolci e con il cuore duro e legnoso. Le varietà moderne, molto più tenere e con la polpa arancione, sono state create in Olanda nel XVII secolo. Per i vasi sono indicate solo quelle a fittone corto: per esempio la Parigina rossa, molto precoce e con la radice a forma di trottola, oppure la Parmex, una mini carota a fittone quasi tondo.
Clima – Le carote possono vegetare in qualunque clima, anche se preferiscono quelli temperato-freschi e una temperatura compresa tra 16 e 20°C.
Impianto o semina – Si seminano direttamente a dimora dalla fine di febbraio (le più precoci) fino a giugno (varietà tardive). In un vaso largo e profondo almeno 30 cm si possono coltivare 8 piantine, mettendo pochi semi in ogni buchetto e coprendoli con sabbia fine. Quando le piantine avranno raggiunto l’altezza di 3-4 cm, più o meno dopo tre settimane, vanno eliminate quelle più deboli lasciandone una sola per buco (per favorire l’estrazione e non rischiare di smuovere quella superstite, il terriccio deve essere ben inumidito). Se la semina viene fatta in giugno, i vasi vanno tenuti all’ombra fino a germinazione avvenuta, per poi aumentare molto gradualmente il tempo di esposizione al sole.
Coltivazione – Crescono meglio in un terriccio di medio impasto, arricchito con un fertilizzante bilanciato: un eccesso di azoto provoca il rigoglio della vegetazione a scapito della parte sotterranea. Vanno innaffiate spesso, sia subito dopo la semina sia in seguito, perché in un terreno asciutto la radice diventa legnosa e rimane piccola; meglio non usare acqua troppo fredda, che causa spaccature. Durante la crescita vanno sostenute con una somministrazione di macerato d’ortica.
Raccolta e impiego – Si estraggono dal terreno leggermente umido dopo circa tre mesi, quando le foglie cominciano a ingiallire, e comunque prima che la radice sia completamente matura, perché in questo caso sarebbe legnosa. Se mangiate crude, le carote sono ricche di vitamina A.
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